Torino-Napoli, Gilmour scalda i motori

Il primo gol con un club lo ha conosciuto a 24 anni. E va bene che a quelli come lui non si chiede necessariamente di farsi valere davanti alle porte avversarie, ma cominciare a farne qualcuno durante la stagione non sarebbe male per lui e per le squadre in cui gioca. Ora, però, è il momento di Billy.

Senza LobotkaGilmour può tornare prepotentemente d’attualità in casa Napoli, l’allievo che può prendersi il posto del maestro in un momento fondamentale della stagione. Nel prossimo tour de force tra ottobre e novembre, lo scozzese sarà probabilmente decisivo. Il non-fantastico che ora vuole far parte di quei Fantastici Quattro del centrocampo azzurro e decidere come loro le partite. Lo ha fatto con il Pisa: un mancino che si è concluso in porta e lo ha fatto esultare come non aveva mai fatto prima.

Un punto fermo per chi come conte l’ha voluto fortemente un anno fa e lo ha coccolato nella prima stagione azzurra. Ma il tempo degli ambientamenti è finito da un pezzo: Billy the Kid è tenuto a tirar fuori la pistola migliore.

Gilmour non è uno di quelli che ruba sempre l’occhio in campo e forse è quello che a Conte più piace. In aggiunta, sarebbe sbagliato considerarlo l’alter ego di Lobotka che gli sta avanti nelle gerarchie: lo scozzese non ha lo stesso modo di giocare, eccelle per una visione più verticale del pallone, forse più vicina a quella che il Napoli 2.0 di Conte sta provando a portare in campo. Un retaggio tutto da Premier, il campionato in cui è nato e cresciuto.

Non solo gol, però, perché quest’anno ha aggiunto anche altro al suo repertorio: 1,3 tackle di media per gara e 1,3 intercetti. Vince anche i duelli aerei contro gli avversari: 1,7 per partita. E i compagni possono stare tranquilli: il 91,7% dei passaggi di Billy finisce alla giusta destinazione.

Insomma, una certezza anche ben oltre i numeri. E anche i tifosi possono stare tranquilli: nelle 16 partite cominciate da titolare con gli azzurri, solo una volta il Napoli ha lasciato il campo sconfitto (contro l’Atalanta al Maradona un anno fa).

Oggi che Gilmour si ritrova Conte? Sicuramente un calciatore già ben inserito nel Napoli che deve continuare a vincere come faceva prima della sosta. Ricaricato anche dalla doppia vittoria in nazionale e dalla titolarità conquistata nel match portato a casa contro la Bielorussia.

Gilmour non può e non vuole tradire le aspettative ma la scena sa prendersela solo con il pallone tra i piedi. Non ha l’esperienza degli altri in mezzo al campo, eppure è l’unico calciatore in rosa (insieme con De Bruyne) a poter spiegare come si vince una Champions League. Che è poi il sogno di tutti a Castel volturno: società, gruppo, allenatore. Un’alternativa di lusso, panchinaro per caso, solo perché lo slovacco è diventato imprescindibile anche per Conte.

Con la stessa rabbia mostrata a tutti l’altra sera a Glasgow. Dopo la rete di Scott in nazionale, è andato ad abbracciare il compagno e a ripetergli «Finalmente» più e più volte. Ci proverà anche con il Napoli a farlo segnare, ora, consapevole di aver ritrovato anche con la Scozia le sensazioni giuste per affrontare al meglio l’incarico nel club.

Gilmour non si è mai tirato indietro: stavolta lui e Conte non incroceranno i ristoranti pre partita a rispettiva insaputa (era accaduto prima del Pisa): ma visto l’esito, ripetersi non sarebbe una cattiva idea. (Il Mattino)

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